Terre Alte
d'Alpago
“Ascolta, senti anche tu delle voci?”
“Sì, è un bisbigliare indistinto, un suono flebile e sfuggente…”
“Di cosa parla?”
“Racconta di sudore e terra, di filari, di tralci, di grappoli e pampini!
Canta la fatica e la speme di ammirare l’uva divenire nettare.
Sussurra saperi lontani…”

LA NOSTRA FILOSOFIA
Tra tradizione e innovazione
Crediamo che custodire la tradizione significhi anche avere il coraggio di innovare.
Nel 2015 abbiamo dato vita al Progetto Viti Resistenti Alpago, scegliendo vitigni capaci di adattarsi naturalmente al nostro ambiente, resistendo alle malattie e riducendo l’intervento umano.
Coltiviamo varietà come Solaris, Bronner, Muscaris, Souvignier Gris, Cabernet Cortis e Prior per dare vita a vini autentici, espressivi e sostenibili.
CHI SIAMO
Un progetto nato dall’amore per la terra
Le Terre Alte d’Alpago, ascoltando un richiamo ancestrale, hanno tolto la polvere dell’oblio dalla viticoltura tradizionale in questo fazzoletto di terra aspra e ribelle, tra le montagne erbose e il lago di Santa Croce con le sue acque smeraldine e il caratteristico zefiro, precisamente tra i 600 e i 1000 metri sul livello del mare.
Sin dal Settecento, come anche nell’Ottocento e nel Novecento, il vino dell’Alpago, oltre ad essere prodotto per uso personale, era venduto a terzi attraverso le cosiddette “frasche”, piccole cantine autorizzate alla mescita e alla vendita indicate con rami e foglie verdi appesi ai portoni, e commercializzato con la vicina Provincia di Treviso soprattutto verso la città di Vittorio Veneto.
Un piccolo gruppo di sognatori lungimiranti ha deciso di ascoltare il richiamo silenzioso di una tradizione dimenticata: quella della viticoltura in Alpago sperimentando piantagioni di viti resistenti
Con radici profonde e lo sguardo rivolto al futuro, è così che nascono le Terre Alte d’Alpago.


LE ORIGINI
Tradizione vinicola
dal 1700
Già nel 1786 in Alpago si produceva e vendeva vino legalmente.
Questo antico documento, a firma di Marzio Doglioni rilasciato dalla Cancelleria della Magnifica Città di Belluno, concede a Francesco di Lorenzo Soccal da Garna il permesso di vendere al minuto vino bellunese prodotto dai propri terreni.
Una testimonianza preziosa che conferma quanto profonde siano le radici della cultura del vino in questa terra.

IL PROGETTO
Progetto Viti Resistenti Alpago
Nel 2015 alcuni dilettanti (principianti) con l’orgoglio di voler diventare viticoltori decidono di sperimentare altri tipi di vitigni rispetto a quelli della tradizione, superbi, fieri e superiori nella resistenza che dimostrano alle malattie fungine.
Nasce in questo contesto il “Progetto Viti Resistenti Alpago”, del quale i soci della Società agricola semplice Terre Alte d’Alpago sono i promotori e fondatori sperimentando tipi di uve a bacca bianca, solaris, bronner, muscaris e souvignier gris, e a bacca nera, cabernet cortis e prior; la sfida è produrre dei vini che difficilmente si potranno dimenticare!
Siamo soci di Piwi International, un gruppo di lavoro internazionale per la promozione di varietà di uva resistenti ai funghi, e di Piwi Italia, l’organizzazione che lo rappresenta a livello nazionale e che riunisce i produttori di vino e di piante che si affidano a varietà di uva resistenti come risposta sostenibile alle sfide della viticoltura di fronte ai cambiamenti climatici.
Dal 2025 siamo soci Cervim con sede ad Aymavilles (Ao), un organismo internazionale nato con lo specifico compito di promuovere e salvaguardare la viticoltura eroica, i cui criteri identificativi sono la pendenza del terreno superiore a 30%, l’altitudine superiore ai 500 metri s.l.m., sistemi viticoli su terrazze e gradoni e viticoltura delle piccole isole.

VINO SPUMANTE – BRUT
MILLESIMATO 2024 – BRONNER
Sgrìsol
Il nome in dialetto significa “brivido” e l’auspicio che abbiamo è che nel degustarlo si provi quel tremito, quel sussulto, quel fremito che abbiamo provato noi nel progettarlo.
Il colore conclude un cerchio materico iniziato con le altre etichette ricordando la terra alpagota.

VENETO IGT – BRONNER
Trame
Il nome e i segni grafici ricordano il fitto intreccio di rapporti umani stabilto nel progetto di “Terre Alte d’Alpago” e dal punto di vista viticolo i percorsi che fanno i tralci, i viticci e i pampini che permettono alla pianta di aggrapparsi ad altre piante o a sostegni (tutori) per mantenersi in posizione eretta; ricorda anche un casato delle nostre zone.
Il colore verde pastello vuole simboleggiare i prati e le distese d’erba fresca in continuità col significato delle altre etichette.

VENETO IGT – SOLARIS
Soratesa
Il nome è un tributo a tutta una serie di paesi che, durante il periodo di dominio della Serenissima Repubblica, venivano identificati con il nome di Sopra Tesa (al di sopra del torrente Tesa, spartiacque dell’Alpago) per differenziarli da Sotto Tesa.
Il colore celeste pastello vuole simboleggiare il cielo che si staglia dietro le montagne alpagote.

VENETO IGT – CABERNET CORTIS
Ràrus
Il nome è un gioco onomatopeico che richiama il toponimo dove viene coltivato in Comune di Chies d’Alpago (Rus) e la capacità di essere raro e pertanto prezioso, dal latino singolare, eccezionale, straordinario.